XX Domenica B

Gv 6, 51ss

Dopo essersi rivelato come Il Pane della vita, l’Unico capace di dare agli uomini la vita di Dio, Gesù si rivela come il Pane vivo e annuncia il dono del suo Pane: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.

L’espressione riecheggia il tema dell’incarnazione e annuncia quello della morte di Gesù: il Verbo si è fatto carne non solo per incontrare personalmente gli uomini e parlare il loro stesso linguaggio, ma anche per offrire loro la sua carne, la sua stessa vita.

In realtà, la libera offerta di Gesù fino alla morte renderà possibile agli uomini la partecipazione alla sua carne, attraverso l’Eucaristia.

L’annuncio di Gesù provoca l’ultima discussione dei giudei: Come può costui darci la sua carne da mangiare?. Anche questa volta essi fraintendono le parole di Gesù in senso materiale.

Di fronte alla loro ripugnanza, Gesù non indietreggia, anzi, aggiunge la nota ancora più ripugnante del bere il suo sangue: In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.

Il realismo del linguaggio di Gesù non esclude la fede: la vita promessa a coloro, che mangiano la carne e bevono il sangue del Figlio dell’Uomo, dipende dalla fede in Lui e nel sacramento dell’Eucaristia.

 Parlando della vita che scaturisce dal dono della sua carne, Gesù ne sottolinea alcune caratteristiche.

Anzitutto dice che essa è eterna e che culminerà nella risurrezione dell’ultimo giorno.

Poi ne parla come di un’intima comunione con Lui: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. La vita eterna è una relazione di reciproca presenza interiore tra Gesù e coloro che, con la fede, dimorano in Lui.

Alla fine Gesù dice: Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. La vita eterna è una comunione simile a quella che Gesù ha con il Padre suo.

Così, mentre i Vangeli sinottici ricordano l’istituzione dell’Eucaristia, Giovanni spiega che cosa l’Eucaristia rappresenta per il cristiano: la fonte della vita eterna.

In quanto tale essa è il pegno della risurrezione finale, il segno della reciproca inabitazione tra Gesù e il credente, il segno della partecipazione dell’uomo alla vita stessa di Dio.

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