Lectio XVII Domenica B

Gv 6, 1ss

A partire da questa domenica, la lettura continua del Vangelo di Marco da’ il testimone alla lettura del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni.

Domenica scorsa abbiamo contemplato la commozione e la dedizione di Gesù per la molta folla. Oggi Gesù si mette a disposizione di quanti vanno a Lui, fino a dare loro da mangiare: la gente che lo segue è per Lui un invito a mostrarsi come il Pane che soddisfa la fame di Dio.

Secondo il Vangelo di Giovanni, siamo alla vigilia della Festa di Pasqua e questa ambientazione non è casuale, perché, alla vigilia della Pasqua precedente Gesù aveva purificato il tempio di Gerusalemme e, alla vigilia della Pasqua successiva, avrebbe istituito la nuova Pasqua.

Ora Gesù si rivela come il Profeta che deve venire nel mondo, cioè come colui che avrebbe nutrito il popolo con abbondanza, secondo le antiche promesse (cf Is 49, 9).

Ma con quale cibo lo avrebbe fatto? Il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni risponde a questa domanda.

Il racconto del segno compiuto da Gesù è pieno di riferimenti eucaristici, riconducibili in parte alle intenzioni dello stesso Gesù e in parte al fatto che, nel processo della tradizione ecclesiale, il linguaggio del racconto si è colorato delle liturgie eucaristiche delle prime comunità cristiane.

 Il primo riferimento eucaristico è che Gesù stesso distribuisce il pane dopo aver reso grazie: proprio come farà nell’ultima Cena.

Considerato il gran numero delle persone presenti, è verosimile che Gesù si sia fatto aiutare dei discepoli. Ma l’evangelista dice che è Lui a distribuire il pane, mentre i discepoli hanno il compito di raccogliere i pezzi avanzati.

 Un altro riferimento eucaristico è l’invito di Gesù a raccogliere i pezzi avanzati perché nulla vada perduto: evidentemente non si tratta solo di avanzi di pane, ma di ciò che essi rappresentano, cioè, del pane incorruttibile che è Gesù.

Anche il numero dei canestri in cui i discepoli raccolgono i pezzi avanzati ha il suo valore simbolico: il dodici è simbolo di pienezza. Questo vuol dire che il pane raccolto è destinato a soddisfare la fame di tutte le generazioni future.

Questi riferimenti eucaristici indicano Gesù come il Pane vivo dato da Dio agli uomini.

 Il racconto si chiude con la fuga solitaria di Gesù sul monte: i presenti vogliono rapirlo con la forza per farlo re, ma Gesù prende le distanze dalle loro attese e preferisce stare solo. Quando Gesù è solo, in realtà è col Padre, ancorato alla sua volontà.

 In questa domenica continuiamo a contemplare la dedizione di Gesù per quanti lo cercano. Niente lo ferma: non il gran numero dei presenti né la scarsità del cibo. Gesù prende quello che gli viene messo a disposizione, lo benedice e lo distribuisce a tutti.

È il mistero di amore che l’avrebbe portato fino al dono di sé; è l’amore che ancora oggi celebriamo nell’Eucaristia; è l’amore che ogni giorno ci spinge dall’interno del nostro cuore.

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