Lectio XII Domenica T.O. B

Mc 4, 35ss

  

Al termine di una giornata molto faticosa, Gesù ordina ai discepoli di passare all’altra riva del lago e si affida alla loro iniziativa: la traversata è una buona occasione per riposarsi.

 A un certo punto, i discepoli si trovano a fronteggiare un mulinello di vento, che mette in serio pericolo tutti i passeggeri, ma non turba il sonno di Gesù che, in mezzo alla tempesta e al terrore dei discepoli, se ne sta a poppa, sul cuscino, a dormire.

 Non controllando più la situazione, i discepoli svegliano Gesù e gli rinfacciano la sua indifferenza: Maestro, non t’importa che moriamo?.

 Gesù si sveglia come dalla morte che li stava inghiottendo e affronta il vento e il mare: sgrida il vento come aveva fatto con gli spiriti impuri e tratta il lago come un padrone il suo cane agitato.

L’azione di Gesù è immediata ed efficace: Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.

 Poi Gesù si rivolge ai discepoli: Perché siete così vili? Non avete un briciolo di fede?.

La paura di morire lascia il posto al timore, quella venerazione che coglie l’uomo quando si imbatte nella presenza di Dio.

Essi infatti si dicono l’un l’altro: Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?.

 La traversata da una riva all’altra del lago diventa così una parabola della conversione dei discepoli che passano dal fraintendimento del sonno di Gesù alla domanda sula sua identità: la fede si fa strada così nel loro cuore.

 La traversata del lago di Galilea è anche la parabola della conversione a cui siamo chiamati anche noi: dalla presunzione di farcela da soli all’umiltà di affidarci a Colui che sembra dormire indifferente accanto a noi.

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